L’Holi, il Festival dei Colori, è una delle celebrazioni più vibranti e gioiose dell’India. Segna l’arrivo della primavera e il trionfo dell’amore sulla divisione. Ma l’Holi porta con sé un messaggio più profondo: è un momento in cui le barriere sociali si dissolvono e per un giorno tutti sono uguali in un tripudio di colori. Ti suona familiare?
Dato che la maggior parte delle persone conosce già le straordinarie immagini del festival, abbiamo pensato: perché non condividere la storia mitologica che c’è dietro?
La leggenda di Prahlad e Holika
C’era una volta, in un vasto regno di palazzi dorati e templi imponenti, un potente re di nome Hiranyakashipu. Non era un re qualunque: aveva ricevuto una potente benedizione che lo rendeva quasi impossibile da sconfiggere.
Nessuna arma poteva ferirlo, nessun uomo o animale poteva ucciderlo e né il giorno né la notte potevano essere la sua fine. Con questo potere, governava con il pugno di ferro, dichiarando che tutti i suoi sudditi dovevano adorare solo lui.
Ma nel cuore del suo palazzo viveva un ragazzo che non obbediva a questo comando. Prahlad, il figlio del re, credeva nel Signore Vishnu, il protettore dell’universo. Il suo cuore era puro e, per quanto il padre lo rimproverasse o lo punisse, non avrebbe abbandonato la sua fede.
La rabbia di Hiranyakashipu cresceva ogni giorno che passava. Tentò in tutti i modi di cambiare il cuore di Prahlad. Ordinò ai suoi soldati di gettare il ragazzo da un’alta montagna, ma il vento lo portò dolcemente a terra. Lo fece gettare in un fiume, ma le acque lo trattennero al sicuro e lo riportarono sulla riva. Lo rinchiuse in una camera piena di serpenti velenosi, ma i serpenti si arricciarono intorno a lui senza fargli male. Niente poteva spezzare la fede di Prahlad.
Disperato, il re si rivolse a sua sorella Holika, che possedeva un dono magico. Un mantello speciale la proteggeva dal fuoco, permettendole di attraversare le fiamme senza bruciarsi. Fu elaborato un piano. Fu costruito un grande falò al centro del regno. Holika prese Prahlad per mano e lo condusse nel fuoco, avvolgendo il mantello incantato intorno a sé. Le fiamme ruggirono, balzando nel cielo.
Ma accadde qualcosa di inaspettato. Un’improvvisa folata di vento sollevò il mantello dalle spalle di Holika e lo avvolse invece intorno a Prahlad. Il fuoco infuriava, ma non riusciva a toccare il ragazzo. Holika, senza la protezione della sua magia, fu consumata dalle fiamme. Quando il fuoco si spense, Prahlad uscì, illeso e sorridente. La sua fede lo aveva salvato.
Poco dopo, il re Hiranyakashipu incontrò il suo destino. Dall’ombra apparve Narasimha, un essere che non era né uomo né bestia, che arrivò al crepuscolo, né giorno né notte.
Portò il tiranno su una soglia, un luogo né interno né esterno, e lo abbatté con le sue stesse mani, senza armi di alcun tipo. Il regno fu libero e Prahlad, con il suo cuore puro, ne divenne il nuovo sovrano.
Ancora oggi, la gente ricorda questa vittoria del bene sul male. Ogni anno, alla vigilia di Holi, si accendono grandi falò per celebrare l’Holika Dahan, il rogo di Holika. E quando arriva il mattino, l’aria si riempie di colori, risate e gioia per accogliere l’arrivo della primavera e il trionfo dell’amore, della fede e della bontà.
E così, ogni volta che i colori brillanti di Holi turbinano nel vento, la storia del coraggio di Prahlad e della sconfitta di Holika continua a vivere, ricordando al mondo che anche l’oscurità più potente non può opporsi alla luce della fede.